Narra la leggenda che, prima dell’Evo dei Tre Re, ad Almiria esistesse una bottega di pane gestita da un’elfa di nome Urwen.
Le pagnotte sfornate da Urwen erano una tale delizia che tutti i nobili e i mercanti della cittadina si rifornivano da lei, ed erano disposti a spendere molti talleri - e addirittura qualche doblone! - pur di avere quel pane sulle loro tavole. Si dice che persino la prima regina di Rilost, Aleiah, non potesse fare a meno di quella leccornia, e che inviasse periodicamente un messaggero reale fino ad Almiria, solo per rifornirsi di quel pane. Addirittura si narra che i geniali grimi della corte della regina avessero ideato un apposito contenitore, in grado di conservare quelle pagnotte come se fossero appena sfornate, nonostante il lungo viaggio di ritorno, attraverso la Piana d’Argento, fino alla palazzo reale.
Un giorno dama Urwen decise di creare anche dei biscotti, e impiegò molte lune per elaborare una nuova ricetta, che non solo potesse essere all’altezza della fama del suo pane, ma che avesse anche una proprietà che nessuna pietanza di Terraferma aveva mai posseduto: il potere di incanalare un flebile soffio del Respiro Arcano (che gli uomini chiamano “magia”) per esaudire un sogno.
Dopo un intero anno, all’inizio dell’Ultima Luna, finalmente la ricetta fu pronta e dama Urwen annunciò che i primi biscotti sarebbero stati sfornati il venticinquesimo giorno di quel mese.
Le aspettative in città erano smisurate: all’interno delle mura cittadine - dall'Isola dell'’Occhio ai Lorsignori, fino al porto e persino nelle Malecase e nel quartiere nanico - non si parlava d’altro!
Accade però che, nel giro di pochi giorni, l’intero Altopiano Screziato fu sommerso da una fittissima nevicata senza precedenti, e Almiria rimase in breve tempo isolata, e sguarnita delle più comuni provviste alimentari. Fu così che, proprio quando mancavano pochi giorni alla data prevista, dama Urwen si ritrovò priva di alcuni ingredienti fondamentali.
Ciononostante, pur di non mancare alla promessa, la dama elfica modificò all’ultimo momento sia la formula che gli ingredienti, e sfornò i dolci precisamente alla data promessa: tutti furono entusiasti dei nuovi pasticcini, che erano una squisitezza sopraffina, e nessuno trovò alcun difetto nel loro sapore.
Eppure i biscotti non possedevano quei poteri straordinari che l’elfa aveva a lungo cercato di ottenere.
Ad Almiria, ancora oggi, sono impastati i cosiddetti “biscotti di Urwen”, realizzati secondo l’antica ricetta elfica di quei giorni: seppur non riescano a convogliare il Respiro Arcano di Terraferma, si dice che - a volte - possano esaudire un piccolo o grande desiderio.
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