
Andrej doveva premere un tasto ogni 108 minuti, per salvare l'intero pianeta Terra.
Sì, come in una famosa serie tv. Probabilmente - come dicono in tante produzioni cinematografiche - quella fiction era "tratta da una storia vera".
Già, quella lavorativa di Andrej Erbivigilowski.
Il motivo del suo semplice ma fondamentale impiego era a dir poco inquietante: nel programma di gestione delle testate nucleare russe esisteva un "bug", che tentava erroneamente di sganciare tutti i missili atomici sul mondo. E questo accadeva, per l'appunto, ogni 108 minuti.
Ogni due ore (scarse) la Terra era - segretamente - sull'orlo della totale apocalisse!
Era così da quando, negli anni '70, era stato installato quel software centralizzato che "gestiva e automatizzava" l'attivazione delle armi nucleare sovietiche. E nessuno era mai riuscito a correggerlo. Neppure i più geniali programmatori russi, in più di quarant'anni, avevamo trovato la causa di quel non proprio lieve inconveniente. E poiché quel programma era a prova di manomissione, c'era il rischio che sganciasse le bombe anche in caso di disintallazione del software.
E così Andrej, affiancato nel suo turno da due compagni, supervisionato da un responsabile, al comando di un generale dell'esercito, sotto il controllo di un politico del partito comunista sovietico, diretto da… insomma, per farla breve, alla fine della lunga catena era Andrej a premere fisicamente la "N" sulla tastiera.
La domanda a cui rispondeva, con quel singolo carattere, opportunamente tradotta dal russo era:
"Sei sicuro di voler sganciare le testate atomiche sui paesi nemici?"
"N" stava ovviamente per "no", e il countdown ripartiva da zero.
(come ulteriore precisazione, il tasto da premere davvero non era "N", bensì "H", perché la tastiera era in alfabeto cirillico, dove l’acca sta per la enne)
Poi, con il passare dei decenni, cambiarono i responsabili, vennero rimossi i generali, variarono i politici, si avvicendarono i leader di partito, ma Andrej era sempre lì, a pigiare il suo tasto.
"N".
Ogni 108 minuti.
Insieme ai suoi compagni, ciascuno con turni da otto ore.
Quattro tasti "N" ad ogni turno.
A volte cinque.
Poi ci fu la conclusione della guerra fredda, il crollo del muro di Berlino, la fine del comunismo e lo smembramento dell'URSS.
E, soprattutto, l’inizio del capitalismo anche in Russia.
Fu così che, dopo decenni di onorato servizio, per la prima volta il politico venne sostituito da un dirigente, il generale da un business manager, e il responsabile da un "motivatore".
Che riesaminarono il lavoro di Andrej e il responso fu chiaro: non era assolutamente sufficiente salvare il mondo ogni 108 minuti!
Il suo lavoro consisteva nel pigiare un solo tasto ogni 6480 secondi. E quanto ci voleva a pigiare un pulsante?
Un secondo, forse due, al massimo tre.
E gli altri 6477 secondi? Niente, Andrej non faceva niente!
Questo era assolutamente scoraggiante per il motivatore, inaccettabile per il manager e incomprensibile per il dirigente.
Andrej poteva, doveva fare molto, molto di più!
Ci fu una lunga videoconferenza, a proposito del software, della tastiera ergonomica, della privacy, della partnership e della "N".
Alla fine fu deciso che due persone erano più che sufficienti per svolgere quel compito, che attualmente eseguivano in tre. Inoltre, ad ogni turno, ciascuno dei due avrebbe dovuto pigiare il tasto "N" almeno 2592 volte.
«La vostra mission è più che raggiungibile» spiegò il business manager «è sufficiente mantenere la media di un tasto premuto ogni 2,5 secondi»
«Ma non solo» aggiunse il motivatore, tutto giulivo «abbiamo pensato a un bonus del 10% sullo stipendio, se le "N" sono almeno settemila. E, se raggiungerete i diecimila, la vostra retribuzione comprenderà un superbonus pari a un ulteriore 5%!»
«E avrete tre minuti di pausa ogni sei ore, per andare in bagno» aggiunse il sindacalista da un angolino buio, con la sua voce da topo, prima di scomparire per sempre da questa storia.
«Eh, ma uno di noi verrà licenziato e il turno passerà da otto a dodici ore!” contestò Andrej.
«Dettagli» tagliò corto il manager «e poi uno di voi è vicino alla pensione: un piccolo contributo statale, e il gioco è fatto!»
«Scusate, io ho capito le vostre proposte» mormorò Andrej pacatamente «ma non comprendo a cosa serva premere tutte queste "N", quando ne basta una per salvare il mondo»
«Queste non sono proposte» chiarì il dirigente «l’accordo contrattuale è già valido. E’ il mercato che ce lo chiede»
«Ci sono problemi?» soggiunse il manager, mellifluo.
«Mah, per noi va anche bene» acconsentirono i tre dopo aver parlottato rapidamente tra loro «però qualcuno di noi una "N" dovrà schiacciarla almeno ogni 108 minuti, giusto?»
«Perché?» chiese il motivatore.
«Altrimenti il mondo verrebbe disintegrato!» esclamò stupefatto Andrej «se, per esempio, io premessi tutte le duemila-e-non-so-quante "N" nei primissimi minuti di lavoro, e poi non facessi più nulla, avrei rispettato la consegna per il mio turno, ma poi potrei stare fermo per più di 108 minuti!»
«E allora?» domandò il motivatore.
«La mission sarebbe raggiunta» aggiunse il manager soddisfatto.
«Noi rispondiamo solo ai soci. E i soci vogliono "N"» concluse il dirigente, andando via.
«Scusate, ma vi hanno spiegato cosa facciamo qui?» domandò Andrej, un po’ perplesso.
Il motivatore si risentì, offeso:
«Cosa vuole saperne lei? Pensa di conoscere questa azienda più di un manager, che ha studiato una vita per questo? Suvvia, svolga il compito e stia al suo posto. In questa società non c’è spazio per i sovversivi comunisti!» e ridacchiò, allontanandosi insieme al manager.
Andrej e i suoi compagni si misero d’accordo: avrebbero comunque premuto almeno una "N" ogni 108 minuti, per continuare a salvare il pianeta.
E così fecero per molti anni.
Un giorno, all’improvviso, il lavoro fu esternalizzato e appaltato a una ditta sconosciuta, in qualche luogo lontano, e Andrej fu licenziato. Quel giorno non tornò a casa: si recò in un bar, ordinò una vodka e guardò l’importo della sua ultima busta paga.
Infine lanciò un’occhiata all’orologio.
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